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sabato 29 aprile 2017

Sono come il vetro, se mi lasci cadere mi rompo, ma se mi calpesti ti faccio male.

Amici cari vicini e lontani
buon pomeriggio!?!?
Eccoci da poco rientrate da Venezia, dove abbiamo passato 4 giorni incantevoli nella splendida Venezia. Bella bella bella, non c'è che dire, non è la prima volta che ci vado ed ogni volta è sempre un emozione diversa, qualcosa da scoprire, da fotografare, da rivedere e da rivivere. Il tempo ci ha assistito, non c'era un sole splendido, era piuttosto nuvoloso e anche un po' freddino, ma siamo stati "divinamente" bene! Abbiamo camminato tanto tanto tanto, Luciano che non cammina tantissimo è stato molto bravo. Con noi c'erano anche Franco e Debora, i nostri inseparabili amici, come regalo dei loro compleanni, mi spiego meglio: per i loro compleanni, insieme ad altri amici, abbiamo regalato loro una busta con dei soldi, ed intelligentemente li hanno messi da parte in previsione di questo viaggio, così si è avverato questo sogno. Non siamo riuscite ad entrare alla chiesa di S. Marco, per la fila che c'era, era prevedibile per via del ponte del 25 Aprile, anche i traghetti per le isole di Murano e Burano erano molto pieni!!!! L'unica cosa se si può dire negativa è stato il freddo a Burano, c'era un venticello proprio freddino che pizzicava non poco...... Il prossimo viaggio mai più con in mezzo un ponte, perché è già la seconda volta che siamo rimaste con un palmo di naso per via di un ponte...... Prima a Napoli.... ed ora Venezia...... con il fatto che Debora lavora a scuola ne approfittavamo del ponte, senza calcolare il pienone, il prossimo viaggio ci organizzeremo in altra maniera.
Per Luciano questo viaggio è stato un tornare indietro con il tempo, con un salto indietro di ben 33 anni. La sua famiglia, quando lui aveva 5 anni, si è trasferita a Campalto (un quarto d'ora da Venezia). Nato a Matelica nelle Marche, ha perso il papà all'età di un anno e mezzo e la mamma si è risposata in seconde nozze con un altro vedovo, il quale aveva due figli un maschio e una femmina. Successivamente il secondo padre ha avuto un lavoro a Bari o a Venezia, tramite conoscenze, così si sono trasferiti scegliendo Venezia. Abbiamo rivisto la casa dove abitava, la scuola che frequentava, e il bar che ha gestito per più di 20 anni, rincontrando anche qualche suo vecchio amico. Ripeto, per me non era la prima volta, ma ogni volta è come se fosse la prima volta!
Per me molto "significativo", emozionante e coinvolgente, rivedere il Ponte dei Sospiri" (poi ho capito il motivo......), e non meno bello il Ponte di Rialto!
Al Ponte dei Sospiri, all'origine del suo romantico nome ci sarebbe una leggenda secondo la quale i prigionieri che attraversavano il ponte prima di venire rinchiusi per sempre nelle prigioni, sospiravano gettando un ultimo sguardo alla città e alla sua laguna attraverso le piccole finestrelle del ponte, rimpiangendo la libertà perduta.
Martedì 25 Aprile, si vedevano molte donne con una rosa rossa in mano, in seguito alla leggenda del Boccolo di S. Marco, come tradizione veneziana proprio come il fiore, il bòcolo che, nel giorno di S. Marco protettore di Venezia, ogni uomo offre alla sua amata. Questa leggenda racconta l'amore tra Tancredi e Maria, due innamorati, e il loro era un amore contrastato, poiché la famiglia di lei non giudicava il giovane Tancredi degno di lei. Maria convinse il suo amato, ad arruolarsi nelle truppe dall'imperatore Carlo Magno, per fare in modo che acquisisse una nobiltà almeno formale e potersi proporsi come sposo, così partì per la guerra contro i mori di Spagna. Ma Tancredi, ferito a morte  durante la battaglia, morì sopra un roseto, tingendolo di rosso, con il suo sangue. Con le ultime forze raccolse un bocciolo e lo affidò ad Orlando chiedendogli di portarlo a Maria insieme alle sue ultime parole d'amore. Orlando tornando in patria andò a Venezia consegnando il fiore a Maria. Era il giorno di S. Marco, Maria sarebbe morta quella stessa notte, con il fiore stretto al petto.
Anche per oggi siamo arrivati ai saluti, come sempre vi mando caldi abbracci di luce, un abbondanza di momenti felici che la vita vi sorrida vostra sempre affezionatissima amica

                                                               Nadia



























































































































venerdì 21 aprile 2017

Non è l'età che fa matura una persona ma le esperienze che ha vissuto.

Amici cari vicini e lontani
buona serata a tutti.
Vi scrivo oggi perché domani partiamo con due nostri amici, andiamo quattro giorni a Venezia.
Giorni fa con un gruppo di amici si parlava di karma, discorso che si è fatto molto interessante affascinante e coinvolgente..... ora mi fa piacere condividerlo con voi......
Karma, termine che nella religione e filosofia indiana, indica il frutto delle azioni compiute da ogni vivente, che influisce sia sulla diversità della rinascita nella vita susseguente, sia sulle gioie e i dolori nel corso di essa; quindi destino, concepito però non come forza arcana e misteriosa, ma come complesso di situazioni che l'uomo si crea mediante il suo karma.
Il significato e l'origine della parola Karma è una parola sanscrita che può essere tradotta semplicemente come "agire". In tal senso "azione" è quella indicata nelle filosofie orientali come azione spinta  dalla volontà in relazione al principio di causa ed effetto, vincolando gli esseri dotati di intelligenza e capaci di trovare emozioni e sensazioni, ovvero al ciclo di vita, morte e rinascita. Nella religione Induista il Karma si riferisce in tutte le conseguenze derivate dalle azioni che un individuo ha compiuto nel corso delle vite passate.
Cos'è il Principio Karmico o Legge Universale?
Il Principio Karmico afferma che le azioni del corpo, della parola e dello spirito sono al contempo causa e conseguenza di altre azioni. In sostanza non esiste il caso ma ogni evento o gesto è interconnesso all'interno di una rete di legami di causa / effetto. Se le azioni producono effetti negativi o si influenza negativamente il Dharma detto anche Legge Universale" allora la conseguenza sarà un Karma negativo. Viceversa se si fa del bene, il Karma sarà positivo, sia nelle vite successive che in quella vissuta attualmente.
Possiamo immaginare il Karma come il cuore della nostra personalità, come l'insieme delle tendenze radicate impresse nel punto più profondo della nostra vita. Come afferma un antico testo buddista: "Se vuoi capire le cause del passato, guarda i risultati che si manifestano nel presente. E se vuoi capire quali risultati si manifesteranno nel futuro, guarda le cause poste nel presente".
Karma = legge di causa e di effetto.
Io credo fermamente nel karma, nel corso della mia vita ho avuto molte prove, tante sensazioni e certezze che è vero, ne sono fermamente convinta, ad ognuno ampia libertà di credere o meno; vi lascio augurandovi una buona serena e felice serata, mandandovi caldi abbracci di luce, un abbondanza di momenti felici, che la vita vi sorrida vostra sempre affezionatissima amica

                                                             Nadia
















































sabato 15 aprile 2017

In ogni Pasqua della tua vita coglierai un fiore, abbine cura è un anno che si aggiunge nel tuo cuore.

Amici cari vicini e lontani
eccoci arrivati alla Pasqua 2017! E' la festa più importante per i cristiani e significa
etimologicamente "passaggio"; sapete quali sono le origini di questa festa? Presso gli ebrei la Pasqua era in origine legata all'attività agricola ed era la festa della raccolta dei primissimi frutti della campagna, a cominciare dal frumento.
In seguito la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù, come ricordo della fuga dall'Egitto.
Perché si mangiano le uova?
La tradizione di decorare uova risale già ai primi cristiani che pitturavano le uova di rosso, per ricordare il sangue di Cristo, e le decoravano con croci  o altri simboli. La simbologia dell'uovo è evidente: dall'uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata con la rinascita del Cristo e quindi con la Pasqua. La Quaresima, il periodo di quaranta giorni prima della Pasqua i credenti sono tenuti al digiuno e all'astinenza. In questo periodo è vietato mangiare carne. In passato, era vietato mangiare anche le uova. Era difficile però costringere le galline a non depositare uova in quel periodo, così i primi cristiani si trovarono con un surplus di uova che non potevano mangiare. Dalla necessità di farci qualcosa sarebbe nata la tradizione di bollirle fino a farle diventare dure come sassi e poi dipingerle con colori sacri e simbolici
 Dal sacro al profano il passo è breve. Le uova cominciarono ad essere dipinte con colori vivaci che non avevano nulla a che fare con il Cristo. Si cominciarono a costruire giocattoli a forma di uova. Il non plus ultra di questo tipo di regali Pasquali furono le famose uova di Farbergè, prodotte da una famiglia di gioiellieri per gli zar di Russia, tra il 1885 e il 1917. Gli zar le utilizzavano come regali pasquali per le loro mogli e madri.
La colomba simbolo di pace e di salvezza  per antonomasia fa la sua comparsa in un episodio della Bibbia, precisamente, nel passo biblico relativo al diluvio universale. Dopo essere stato inviato da Noè alla ricerca della terra ferma, infatti, il volatile fa ritorno tenendo un rametto di ulivo nel becco, annunciando così la riconciliazione con Dio e l'inizio di un periodo di quiete e armonia per l'umanità.
Per celebrare questa tradizione durante la Pasqua si usa regalare la colomba, classico dolce la cui forma ricorda l'uccello in volo.
In seguito, la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù, significato che si aggiunse all'altro, come ricordo dalla fuga dall'Egitto e del fatto che con il sangue degli agnelli si fossero dipinti gli stipite delle porte affinché l'angelo sterminatore, come dice la Bibbia, passando da quelle case, risparmiasse i primogeniti.
Per finire, sapete perché la data della Pasqua è mobile? perché è legata al plenilunio di primavera.
Domani tutti a pranzo da Maria Pia, mia sorella, non saremo tantissimi, ma come sempre saremo uniti in pace amore e armonia; io sono addetta ai contorni, ed ho preparato anche una gustosissima macedonia di fragole e banane, con succo d'arancia e di limone; non mancheranno poi le uova di cioccolata e colombe varie. Ora sta arrivando una mia carissima amica con il marito, per gli auguri di Pasqua, dopo di che a "cucinare", ora vi mando gli auguri di una Buona Pasqua d'amore e felicità e che questo giorno possa rappresentare per voi e la vostra famiglia l'inizio di una nuova vita.....
                                
                                       B U O N A     P  S Q U  A  

e caldi abbracci di luce, un abbondanza di momenti felici, che la vita vi sorrida vostra sempre affezionatissima amica

                                                                       Nadia


                                                                Questo bellissimo fiore
                                                                nasce in Nuova Zelanda ed è chiamato
                                                              "Sangue di Gesù sulla croce": Questo fiore
                                                               cresce solo nella settimana Santa ed al suo centro
                                                               vi è una croce.




































domenica 9 aprile 2017

Niente è gratuito. Nulla che abbia un effettivo valore si conquista senza sforzi e senza impegno.

Amici cari vicini e lontani
buona domenica. Ieri con 5 amiche siamo andate a Napoli a vedere il Cristo velato, siamo partite la mattina da Roma Termini e tornate in serata. Con Debora Franco e Luciano, volevamo andarci l'anno scorso quando siamo andati a Napoli a vedere i presepi, ma bisognava fare due ore di fila per il biglietto e altre due ore per entrare, ci abbiamo rinunciato, con l'idea di ritornarci, ma  questa volta mi è venuta un idea geniale, perché non fare il biglietto online? così abbiamo fatto, voilà, ed è stata proprio una passeggiata, giusto, vero?
Il Cristo è una scultura marmorea di Giuseppe Sannmartino, conservata nella cappella Sansevero di Napoli, fu fondata alla fine del Cinquecento da Francesco di Sangro, ma fu Raimondo di Sangro settimo principe di Sansevero che concepì e mise in opera, tra gli anni 40' e gli anni 70'  del Settecento, l'affascinante progetto iconografico attualmente visibile.
Il Cristo velato è un opera interamente in marmo, ricavata da un unico blocco di pietra. (il costo complessivo della statua ammonta alla riguardevole somma di cinquecento ducati).
Il Cristo è tutto ricoperto d'un lenzuolo di velo trasparente dello stesso marmo; è dunque una perla dell'opera barocca fatto con tanta arte da lasciare stupiti i più abili osservatori.
Il Cristo è una delle opere più affascinanti e misteriose che si possano vedere a Napoli e in Italia. Anche se siete a Napoli per poche ore, la cappella rientra nelle 10 cose  da vedere assolutamente. Si racconta che il velo di marmo sul corpo del Cristo, sia in realtà un velo in tessuto trasformato in roccia grazie ad uno speciale liquido inventato dal Principe di Sanse. Tra gli estimatori del Cristo velato, Antonio Canova che rivelò di essere disposto a dare 10 anni della propria vita pur di essere l'autore di un simile capolavoro, che riesce a trasmettere perfettamente la sofferenza provata dal Cristo prima della Crocifissione.
E' stata una grandissima emozione trovarsi davanti un simile Capolavoro, brividi per tutto il corpo, sul volto si percepiva tutto il dolore del Cristo, tutto nei particolari era un susseguirsi di "emozioni travolgenti"

Non poteva mancare la sosta per mangiare una delle più famose "sfogliatelle" di Napoli.

Venerdì è stato il nostro anniversario, 27 anni da quando ci siamo conosciuti Luciano ed io; gli ho regalato un mazzo di fiori, quando gliel'ho regalato si è commosso ed ha detto: è il primo mazzo di fiori che ho ricevuto in vita mia. Anche lui mi ha regalato un mazzo di fiori, li troverete alla fine del post.

Amici cari vado a prepararmi perché andiamo a casa di mio nipote per festeggiare il suo 40esimo compleanno insieme a tutta la famiglia,vi mando caldi abbracci di luce, un abbondanza di momenti felici che la vita vi sorrida vostra sempre affezionatissima amica

                                                                          Nadia













































sabato 1 aprile 2017

Il Perdono è la qualità del coraggioso, non del codardo.

Amici cari vicini e lontani
buon pomeriggio.
Più volte ho parlato dell'importanza del perdono, e del suo significato intrinseco; voglio ritornarci perché ritengo sia molto importante e c'è sempre tanto ancora da parlare.
Il significato italiano della parola perdono è "non punire un atto o un offesa che altri ci hanno arrecato", diamo un significato più ampio del perdono: per-donare, donare di nuovo, donare in un primo luogo a noi stessi pace e serenità, per riprendere la strada che le esperienze dolorose vissute spesso ci fanno smarrire, sopraffatti come siamo da rabbia e rancori verso noi stessi e gli altri, concederci di liberarci dai rancori, dalla vendetta, dai pensieri negativi spesso parte di un passato che non ci permette più di gestire come vogliamo la nostra vita. Posso comprendere che, specie all'inizio, non sia facile perdonare:"Non è facile arrivare a questa elaborazione" sopratutto se il perdono è legato a situazioni che ci hanno fatto molto soffrire, ma perdonarsi e perdonare rimane uno dei passaggi fondamentali per superare un passato doloroso.
Perdono, amore, creatività, azione sono chiavi indispensabili di Rinascita.
Nessun individuo dovrebbe mai smettere di sognare, di desiderare, di conoscere, di Essere, ma spesso è il passato a decidere per noi. Si inizia a rimandare, a non ascoltare più la voce del bambino che è in noi, a vedere negli altri il nemico da cui fuggire, a isolarsi.
Un piccolo atto di coraggio deve portarci oltre la paura e l'impotenza.
Amare se stessi non significa soltanto essere costantemente presenti a se stessi ma avere un alto livello di energia che permette di esprimere, realizzare, agire le proprie risorse interne.
Essere al centro della propria "ESISTENZA" questo significa vivere amandosi, questo significa "PER-DONARE".
Il perdono libera l'anima e cancella la paura.
I benefici del perdono sono per noi. E' vero che noi siamo responsabili al 100% di tutto quello che ci accade nella vita, ma non ne siamo consapevoli; perdonare non significa dimenticare e nemmeno capire o scusare un difetto o un atto che ci ha ferito. Saper perdonare è per se stessi, per sentirsi più leggeri e più felici, perché si sa: l'odio e la vendetta ci impediscono di dimenticare. Non si tratta di sapere cosa si deve o non si deve perdonare, ma di capire se si è capaci di farlo e volerlo volerlo volerlo. Il perdono è la decisione di lasciar andare il risentimento e i pensieri di vendetta.
Perdonare permette di togliersi un peso, liberarsi di un passato che ci opprime. "Accettiamo questo passaggio doloroso e usciamo dal ruolo di vittima". Saper perdonare vuol dire anche perdonare se stessi e uscire da uno stato di insofferenza per riprendere le redini del proprio destino.
Perdonare NON è dimenticare: l'atto rimane ma perdonandoci ci si focalizza sulla parte positiva della vita. Perdonare è un regalo che fate a voi stessi, non all'altra persona, l'altra persona potrebbe anche non sapere neppure che voi state soffrendo. I benefici del perdono sono per noi!
Perdonare significa assolvere chi ci ha offeso, significa letteralmente "lasciar andare". Non c'è un modo come bisogna perdonare, basta volerlo; rinunciare alla rabbia e al risentimento ci aiuta a mantenere la calma, restare in salute e a essere felici

Per finire:
"Un giorno mi perdonerò:
Del male che mi sono fatta.
Del male che mi sono fatta fare.
E mi stringerò cosi forte, da non lasciarmi più."
E. Dickinson.

Con amore gioia serenità e calma nel cuore vi mando caldi abbracci di luce, un abbondanza di momenti felici che la vita vi sorrida vostra sempre affezionatissima amica

                                                                           Nadia